Joannes De Rupescissa, conosciuto anche come Giovanni da Rupescissa, fu un frate francescano, teologo e alchimista vissuto nel XIV secolo. La sua figura è particolare per l’intersezione nei suoi lavori, tra la spiritualità cristiana e l’alchimia, due temi di grande interesse e discussione nel suo tempo. Le opere di Rupescissa riflettono la sua convinzione che l’alchimia potesse essere un mezzo per raggiungere la purificazione spirituale e l’illuminazione divina. Egli infatti sosteneva che l’alchimia non era solo una scienza per la trasformazione dei metalli, ma anche un percorso spirituale per la purificazione dell’anima.
In questo articolo, esploreremo alcuni dei suoi libri e citazioni significative che ci permetteranno di capire alcuni elementi del suo pensiero mistico e alchemico.
Uno dei suoi lavori più noti è il “Liber de consideratione quintae essentiae”, un trattato alchemico di grande rilevanza. In questo libro, Rupescissa esamina il concetto di “Quinta essenza”, una sostanza misteriosa e potente che avrebbe dovuto essere estratta dai metalli attraverso l’alchimia. La “Quinta essenza” era considerata essere la chiave per la trasmutazione dei metalli in oro e per raggiungere l’immortalità spirituale. Rupescissa scrive:
“La quintessenza è la pietra filosofale, il dono divino che trasmuta ciò che è impuro in ciò che è puro e conferisce l’immortalità all’anima dell’uomo.”
“L’alchimista, attraverso il processo di trasmutazione dei metalli, cerca di purificare la propria anima e di raggiungere la divinità.” (1)
Dunque la trasmutazione dei metalli, secondo Rupescissa, è un processo simbolico e reale ad un tempo che consiste nella trasmutazione dell’anima. L’oro, il metallo più prezioso, rappresenta la divinità. L’alchimista, attraverso il processo di trasmutazione, cerca di purificare la propria anima e di raggiungere la divinità. Un altro testo del De Rupescissa è il “Vade mecum in tribulatione”, un trattato che affronta il tema delle prove e delle tribolazioni della vita umana. In questo volume, l’autore esplora l’importanza della fede e della devozione a Dio durante i momenti difficili. Egli afferma:
“L’oro, il metallo più prezioso, rappresenta la divinità.” (2)
Il pensiero di Rupescissa rifletteva logicamente la sua profonda spiritualità e il suo desiderio di comprendere i misteri della creazione e dell’esistenza umana. Le sue opere ebbero una notevole influenza sul pensiero alchemico e mistico del suo tempo e hanno continuato ad essere studiate e discusse nei secoli successivi.
I libri del De Rupescissa continuano dunque ad essere studiati e apprezzati sia per il loro valore storico che filosofico. La sua eredità rimane viva nell’interesse per l’alchimia e nel desiderio incessante di cercare la verità più profonda che ci circonda.
BIBLIOGRAFIA:
- Joannes De Rupescissa, “Liber de consideratione quintae essentiae”, 1348-1358.
- Joannes De Rupescissa, “Vade mecum in tribulatione”, Flos florum. Avignon, 1350.