Tutti i grandi Alchimisti affermano che alla Pietra Filosofale si arrivi attraverso uno specifico percorso, una via alchemica chiamata “GRANDE OPERA” . Cosa occorre per compiere questa ardito viaggio? Quali imprese aspettano i nostri coraggiosi eroi? Forse avventure in terre lontane o luoghi esotici?
Un Alchimista, in realtà, è sempre raffigurato all’interno di uno scenario: il laboratorio.
Chiuso in questa dimensione, destreggiandosi tra ampolle, fuochi e libri di istruzioni, l’Alchimista si dà un gran daffare per sperimentare: misura, confronta, corregge, calibra, calcola, alimenta il fuoco e ne stabilisce il regime, il tutto senza mai allontanarsi dalla sua fucina. Alla luce di questo può venir quasi spontaneo domandarsi cosa si possa trovare stando chiusi e fermi sempre nel medesimo posto.
E se, invece, la sua indagine non rientrasse nei canoni di una ricerca comune?
Gli Alchimisti, in effetti, non sono alla ricerca di qualcosa che è lontano nello spazio o nel tempo, perché è al di là della contingenza storica, come testimoniano le tracce, che il sapere alchemico ha lasciato in ogni epoca.
L’eccezionalità di ciò che gli alchimisti vanno cercando, deriva dal metodo che consente di ottenerlo: la trasformazione.
La “Grande Opera”, dunque, comprende tutte le “operazioni” o “tappe” intermedie che permettono agli uomini e alle donne di buona volontà di farsi oggetto di questa metamorfosi.
Nel corso di questo appuntamento parleremo proprio di questo, cercando di raccontare le fasi salienti della fatica alchemica e analizzando alcuni simboli allegorici che sono stati adoperati per descriverla. Tutto, infatti, è possibile purchè ci si basi su un solido fondamento: quello della Conoscenza.