L’EREDITÀ ALCHEMICA DI SAN TOMMASO D’AQUINO E SANT’ALBERTO MAGNO NEL MEDIOEVO CRISTIANO

In tanti nel Medioevo appresero, studiarono, cercarono di vivere e di sperimentare l’arte regale dell’Alchimia (1): nella storia dell’umanità, coloro che hanno veramente praticato l’alchimia sono stati individui caratterizzati da purezza morale e misticismo.

Sant’Alberto Magno
San Tommaso d’Aquino

Furono profondi conoscitori dell’Ermetismo e dell’Alchimia alcuni tra i maggiori Padri della Chiesa come ad esempio San Tommaso d’Aquino (Roccasecca 1225, Fossanova 1274) definito Doctor Angelicus (2) dai suoi contemporanei, dottore della Chiesa ed il suo maestro Sant’Alberto Magno di Colonia (Lauingen, Germania 1193 o 1206, Colonia 1280) considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del medioevo detto Doctor Universalis, entrambi predicatori dell’ordine monastico Domenicano

Una leggenda medioevale affermava che fu proprio San Domenico ad aver scoperto il segreto della famosa pietra filosofale e lo avesse consegnato nelle mani di Alberto Magno, che lo trasmise a Tommaso d’Aquino

Sant’Alberto Magno e il suo allievo San Tommaso d’Aquino

Alberto Magno fu autore del testo De Alchimia, dal quale estrapoliamo alcune interessanti citazioni:

  • “L’alchimia è un’arte che ha lo scopo di trasformare i metalli vili in oro” (De Alchimia, I, 1).
  • “L’alchimia è una scienza che ha lo scopo di comprendere la natura dei metalli e delle sostanze” (De Alchimia, II, 1).
  • “L’alchimia è un’arte che può essere utilizzata per scopi benefici o dannosi” (De Alchimia, III, 1).

San Tommaso d’Aquino, autore di oltre 30 Opere, scrisse la “Summa Teologica” un lavoro magistrale nel quale fu così esaustivo, profondo e fine nello scrivere di teologia che René Guénon, scrittore, filosofo, esoterista, intellettuale francese mancato nel 1951, si chiese dove fossero gli studenti in grado di studiare e comprendere un così importante testo di riferimento di teologia del Medioevo.

René Guénon

Tra gli altri testi importanti dell’Aquino ricordiamo il “Tanto Ergum Sacramentum”, un inno liturgico  composto per la Celebrazione del Corpus Domini su esplicita richiesta di Papa Urbano IV: si osserva che lavorasse e comunicasse direttamente con la carica più alta della Chiesa e che vi fosse una stima reciproca.

Questi uomini di grande erudizione e fede, ci hanno lasciato dei testi di pregio e valore che testimoniano la vicinanza della Tradizione Alchemica Medievale con il Cristianesimo: tra questi desidereremmo rammentare “LA PIETRA FILOSOFALE” di San Tommaso d’Aquino.

In un’interpretazione allegorica, i metalli di questo trattato possono essere considerati i difetti nell’essere umano, i vizi. In questo modo, la pietra filosofale assume il significato di un processo di purificazione dagli aspetti più bassi, dai vizi, che dovrà condurre alla perfezione spirituale: San Paolo afferma che la sapienza di Dio è “nascosta” agli “imperfetti” secondo la famosa definizione riportata nella Prima lettera ai Corinzi 2:6:

“Tuttavia a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta” (7)

Trattato su “La Pietra Filosofale e l’Arte dell’Alchimia”

Nel primo capitolo, “Dei corpi supercelesti”, Tommaso d’Aquino discute della natura degli astri e dei pianeti. Egli sostiene che questi corpi siano composti da un’unica sostanza fondamentale originaria e che possano esercitare una notevole azione sugli elementi (5). Nel secondo capitolo, l’autore tratta dei corpi inferiori, ovvero dei minerali, piante, animali, volendo studiare la natura. Egli sostiene che questi corpi siano composti dai quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco. La terra è la base di tutti i corpi inferiori, mentre l’acqua, l’aria e il fuoco sono le sue modificazioni. Nel terzo capitolo, si discute della composizione, costituzione e dell’essenza dei metalli, identificando 7 metalli che partecipano ciascuno all’essenza di un pianeta (5).

Nel quarto capitolo “Della trasmutazione dei metalli e di quella che si compie con artificio”, l’autore tratta della vera e propria arte della trasmutazione: il cambiamento dell’essenza di un metallo può essere cambiata nell’essenza di un altro quando “Si è operata la riduzione nella materia prima” (5). Egli sostiene che le operazioni debbano contemplare principalmente il mercurio e lo zolfo. Il mercurio rappresenterebbe la componente volatile della pietra filosofale, mentre lo zolfo la componente più elevata, la sua essenza spirituale (6).

“La trasmutazione dei metalli si può compiere artificialmente per mezzo del cambiamento dell’essenza di un metallo nell’essenza di un altro, perchè ciò che è in potenza può, evidentemente, ridursi in atto, come dicono Aristotile o Avicenna.” (5)

San Tommaso d’Aquino

Nel quinto capitolo, “Della natura e preparazione di un nuovo sole e di una nuova luna per virtù dello zolfo estratto dalla pietra minerale”, viene discussa la esistenza di un modo più perfetto di trasmutazione attraverso lo zolfo rosso.

Nel sesto capitolo “Della pietra naturale animale e vegetale”, l’autore espone un processo per ottenere una pietra bianca come cristallo (8).

“Si ottiene una pietra bianca come cristallo che, gettata in piccola quantità su di un metallo qualunque, lo cambia veramente in Luna” (5)

Nel settimo capitolo di questo testo “Del modo di operare per mezzo dello spirito”, individua l’esistenza di quattro specie di spirito, così chiamate perchè si volitilizzano al fuoco, e che partecipano della natura dei quattro elementi.

“Lo Zolfo che possiede la natura del Fuoco, il Sale ammoniacale, il Mercurio che possiede le proprietà dell’Aqua e che è pure chiamato servo fuggitivo e l’Orpimento o Arsenico che possiede lo spirito della Terra.” (5)

San Tommaso d’Aquino

Il testo si conclude con i capitoli otto e nove che riportano ulteriori dettagli per l’ottenimento della pietra. Obiettivo principe dell’Alchimia fu dunque la realizzazione di questa “Pietra Filosofale”, capace di trasformare il piombo ed i metalli volgari in oro. La materia prima sulla quale lavorava l’alchimista era costituita da tre principi: lo Zolfo, il Mercurio e il Sale, tutti sempre presenti nel laboratorio alchemico e disponibili a buon prezzo. La materia era sottoposta nelle varie varie fasi dell’Opera al fuoco continuo dell’Athanor (4), mantenuto acceso dall’azione continua dei mantici e a continua distillazione. 

1 – ALCHIMIA TEORICA E PRATICA ERMETICA. 24° Quaderno. Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.1.

2 – EDUCAZIONE FISICA E GINNASTICA PSICOSOMATICA. 16° Quaderno, Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.28.

3 – INTRODUZIONE AI MISTERI MINORI E MAGGIORI. 4° Quaderno, Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.36.

4 – LA TRASMUTAZIONE DEL CUORE NEI SANTI DELLA CHIESA. 21° Quaderno, Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.21.

5 – TRATTATO SU LA PIETRA FILOSOFALE E L’ARTE DELL’ALCHIMIA. San Tommaso d’Aquino, Arkeios, 1993.

6 – LA COSTITUZIONE OCCULTA DELL’UOMO E DELLA DONNA. Quaderno n.8. Tommaso Palamidessi, Archeosofica.

7 – TRADIZIONE ARCAICA E FONDAMENTI DELL’INIZIAZIONE ARCHEOSOFICA. Quaderno n.1. Tommaso Palamidessi, Archeosofica, pag.B.

8 – I GUARDIANI DELLE SOGLIE E IL CAMMINO EVOLUTIVO. Quaderno n.10. Tommaso Palamidessi, Archeosofica.

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