IL MITO DI PROMETEO E LA CADUTA NELLA MATERIA

“Prometeo, incatenato alla roccia della materia, rispecchia la nostra natura, in quanto, finchè non diveniamo coscienti di quello che veramente noi siamo, non ci accorgiamo affatto di essere esuli, di essere prigionieri. In tal modo potrebbe vivere chi nei giorni della giovinezza fosse stato espulso dalla terra natia, e per lunghi anni avesse vissuto fra genti straniere, nella miseria e nelle privazioni dell’esilio a mala pena ricordando di aver conosciuto ed abitato luoghi diversi” (1).

Le affinità tra il mito di Prometeo e la Caduta Adamica espressa nel Genesi di Mosè, sono numerose. Mosè (XIII secolo a.C) è figura cardine del patrimonio religioso ebraico e cristiano: si è formato nei collegi iniziatici egiziani (2, 3, 4), dunque ha imparato il modo di concepire la religione, la ritualistica nei Templi egiziani e ha usato questi modi definendo una nuova rivelazione adatta alle genti di quel periodo, facendo avanzare l’umanità intera nella comprensione dei misteri dell’Assoluto. 

La conoscenza mosaica si è poi traslata in Grecia, grazie a numerose figure tra le quali rammentiamo Pitagora (570-495 a.C.), Platone (428-348 a.C.), Aristotele (384-322 a.C.), Orfeo (VII secolo a.C.), Euripide (484-406 a.C.), Plutarco (46-120 d.C.), ecc.

Dietro a numerosi miti greci, stanno in realtà dei profondi concetti di religione, cosmologia, costituzione dell’essere umano, del mondo, dell’universo (5).

Nel mito di Prometeo, il Titano ruba il fuoco dagli dèi e lo dona agli esseri umani. Questo atto può simboleggiare l’acquisizione di conoscenza e consapevolezza da parte dell’umanità: Prometeo agisce in modo simile al concetto di conoscenza proibita nel racconto della caduta di Adamo ed Eva.

La punizione di Prometeo, legato a una roccia con un’aquila che gli divora il fegato ogni giorno, può essere interpretata come una forma di sofferenza legata alla materialità: il fegato potrebbe essere visto come un simbolo del fuoco terreno, delle passioni e dell’orgoglio personale. La roccia alla quale è legato, può rappresentare la condizione terrena e le limitazioni fisiche dell’uomo e della donna. Questo richiama il concetto biblico della caduta di Adamo ed Eva, in cui la loro disobbedienza porta alla separazione da Dio e alla vita terrena con tutte le sue difficoltà, sofferenze e il distanziamento da Dio, fonte di ogni bene.

L’aquila che divora il fegato di Prometeo può essere associata nella costituzione sottile dell’essere umano allo spirito: l’aquila, simbolo di potenza e divinità in molte culture, potrebbe rappresentare l’aspetto spirituale, più elevato insito nell’uomo e nella donna. La sofferenza di Prometeo può essere interpretata come una fase necessaria, tormento di purificazione dell’anima, simile alla perdita dell’armonia con Dio dopo la caduta biblica.

Entrambi i miti coinvolgono un atto di ribellione contro una divinità superiore. Prometeo sfida gli dèi per il bene dell’umanità, mentre Adamo ed Eva disobbediscono al divieto divino nel giardino dell’Eden. Questi atti di ribellione portano conseguenze negative e una sorta di perdita dalla grazia divina, perdita del Graal (6) se ci volessimo collegare al simbolismo tradizionale medievale (seppur di origine cristiana).

Nella tradizione biblica, la caduta di Adamo ed Eva ha portato a una sorta di “eredità”, di colpa che si trasmette alla loro progenie. Nel mito di Prometeo, la sua punizione, l’essere legato alla materia può essere vista come una sorta di “colpa ereditaria” inflitta a lui o forse autoinflitta, per la propria ribellione.

Riferimenti bibliografici:

1 – L’ALCHIMIA COME VIA ALLO SPIRITO. T.Palamidessi, Edizioni Grande Opera, pag.21, 1949.

2 – L’INIZIAZIONE PER LA DONNA E L’ADEPTATO FEMMINILE. 2° Quaderno. T.Palamidessi, Archeosofica, pagg. 3 e 28.

3 – ALCHIMIA TEORICA E PRATICA ERMETICA. 24° Quaderno. T.Palamidessi, Archeosofica, pag.23.

4 – L’ASCESI ARTISTICA, I COLORI E LA PITTURA. 27° Quaderno. T.Palamidessi, Archeosofica, pag.9.

5 – LE FAVOLE EGIZIE E GRECHE. Dom Antonio G. Pernety, Fratelli Melita – Genova, I Dioscuri-Il Basilisco, 1987 oppure LIBRITALIA, 1997, pag 138.

6 – ESPERIENZA MISTERICA DEL SANTO GRAAL. 18° Quaderno. Tommaso Palamidessi, Archeosofica.

Translate »